Guida dei Vini
Fattoria Poggio di Sotto
Considerando la sua fama, il Brunello è relativamente nuovo nel meraviglioso mondo degli investimenti nel vino.
La regione è emersa nel radar della viticoltura solo negli anni '70 (finora era stata italiana
il segreto meglio custodito degli enofili) e da allora la regione è esplosa in popolarità. Questo ha portato
ad alcune gemme in via di scoperta, come la Fattoria Poggio di Sotto.
Fare i compiti conviene
Fondato dal grande Piero Palmucci nel 1989, Poggio di Sotto è diventato molto rapidamente uno dei
I vini di punta del Chianti. La ricerca della location perfetta da parte di Piero è ben documentata: ha speso
anni guidando per Montalcino alla ricerca di tipi di suolo, parlando con la gente del posto, chiedendo agli esperti
e in attesa che si presenti l'occasione giusta. Infine una tenuta a Castelnuovo dell'Abate
nel sud della Toscana è arrivato sul mercato e l'ha acquistato più in fretta di quanto si possa battere ciglio.
Lavorare a stretto contatto con gli studiosi dell'Università degli Studi di Milano per i cloni perfetti di Sangiovese
(basterebbe solo una singola varietà), insieme hanno costruito un piano di ottimizzazione dei vigneti da
semina alla potatura. Scegliendo un approccio organico al 100%, Piero aveva trovato l'oro; tutti gli aspetti
uniti e aveva la stoffa di un vino di prim'ordine.
La Borgogna del Brunello
Nel corso degli anni si è costruito una reputazione come uno dei principali (e forse il più sgradevole) del Brunello
produttori. Palmucci vendette Poggio di Sotto a Claudio Tipa, proprietario di ColleMassari e Grattamacco,
nel 2011, e per fortuna Tipa ha continuato a operare con gli stessi standard di qualità e
tecniche di produzione come predecessore di Poggio. Ciò include rese estremamente basse ed estensive
botti invecchiate che insieme producono quello che critici, collezionisti e investitori chiamano “il
Borgogna del Brunello”.
Il Brunello è un diamante tra i vini toscani
Poggio di Sotto deve la sua fama stellare ai tre sublimi Montalcino: il Rosso, il Brunello e l'iconica Riserva. Nel 2001 l'azienda ha prodotto anche il setoso liscio e
sempre più scarso il Brunello di Montalcino Il Decennale. Quest'ultimo vino ha mostrato una crescita superba
da aprile 2017-2019, in crescita del 100% in 24 mesi. Il Rosso è considerato da molti un
vino migliore di molti altri Brunello, mentre la Riserva è stata prodotta solo quattro volte da allora
1991. La qualità e la rarità hanno sicuramente un prezzo, ma credeteci, ne vale la pena.